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Altro non sono che il nipote ultimo di Omero L’erede di Tiresia Il figlio illegittimo di Edipo. Io che vidi senza vedere Io che cieco brancicavo attorno A braccetto di Filemazio Al porto Bosforeion Son io che lo vidi pazzo Di scoperte disilluse Di ragioni contraddette Per i vicoli della città magica A scoprire l’occhio in ogni cosa A cercare segni d’astronomi misteri. Filosofi e saggi di regime A raccontar di verità False e incancrenite E lui, Zarathustra Un urlo sordo Un grido muto Sibilline immagini Lacerati versi Musiche frantumate Consapevole e impotente Foriero di verità scomode ai potenti E vaticini scomodi alle masse
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